I Serpenti di Fumo

Raisa


La città si stendeva sotto di loro in un rifulgente oceano di cupole e tetti di lamiera leggermente ondulati.
Endeth si ergeva al centro di una gloriosa foresta, alte colonne e lisce mura di mattoni che splendevano al sole, coperte da un fitto intrico di vegetazione. Un forte aroma di muschio e liane verdeggianti impregnava l'aria.
Raisa starnutì.
"Sono allergica a questa robaccia!", brontolò, asciugandosi il naso con la manica e strizzando gli occhi lacrimanti. "Sapete", proseguì, rivolta alle compagne, "Endeth è la patria dei Serpenti di Fumo. Il Signore della città li ha arruolati in un esercito che sorveglia le strade e pattuglia ogni singolo quartiere. Vi faccio presente che codesto grand'uomo è un seguance di Athldar... il che vuol dire che, non appena avremo messo piede in città, dovremo stare molto, molto attente a non dare nell'occhio." Si sfregò le palpebre. "Come sta Ainwen, ragazze?", si informò.

Amory

Amory rimase estasiata di fronte alla vista di quella città, ma in fondo sarebbe rimasta a bocca aperta anche se avesse visto una pozzanghera visto che il suo campo visivo fino a poco tempo prima era limitato alle mura dell'orribile postaccio che era la fortezza di Athldar.
Guardò per un attimo la maga... Quando sentì Raisa pronunciare quelle parole si votò di scatto: "Non dirai sul serio?? E' una metafora vero? O sono serpenti serpenti??? Compunque credo che Ainwen si riprenderà...non sono proprio esperta nelle arti curative, ma in quella stupida fortezza mi hanno insegnato qualcosa...Ora vado a raccogliere qualche erba medicinale, sempre che da queste parti ce ne sia. Diciamo che preparerò più una specie di tonico, per farle cominciare a recuperare le forze..."
Mentre pronunciava queste parole una luce azzurra che la inondava andava a poco a poco ad affievolirsi diventando dorata. I suoi capelli erano tornati color cenere...

Ainwen

Si sentiva debole, ma riuscì a pronunciare lo stesso delle parole:"Lasciatemi qui, alla locanda della città. C'è un Guaritore, un certo Gyjim, lui saprà guarirmi dal fuoco di drago. Vi prego! Non pensate a me! Non pensate a me! - disse respirando affannosamente.
Poi porse la collanina a Raisa e aggiunse: "Te l'affido, in nome della Somma Sacerdotessa. Andate! Trovate l'Eletta. Non appena sarò guarita, vi raggiungerò. Almeno, lo spero. Spero che sia presto!
Cercò di mettersi in piedi, ma barcollò. Dopo alcune esitazioni finalmente riuscì a trovare l'equilibrio. Lentamente si inoltrò nel dedalo di vie e di stradine e scomparve dalla loro vista.

Raisa

Raisa fissò la catenina, guardò giù in direzione del punto in cui era sparita la maga, poi guardò di nuovo l'oggetto.
"Santi dei, spero che se la cavi", borbottò. Poi si rivolse ad Amory: "No, non era una metafora. I Serpenti di Fumo sono un sacco di cose - tipo: cattivi, pericolosi, letali, psicopatici, eccetera, eccetera - ma si sicuro non una metafora". Fece una pausa. "Ragazze, io ho fame. Crys, fai sparire quest'affare volante e troviamoci un posto in cui mettere qualcosa sotto i denti. Amory... non sappiamo ancora quasi niente di te, ragazza mia. Che cosa ne dici di raccontarci qualcosa di più sul tuo conto, mentre ci incamminiamo?"

Crystal

"Ain, ci mancherai," mormorò tra sé e sé, osservando la maga scomparire fra le strade della città.
Sperava solo che riuscisse a riprendersi e che un giorno l'avrebbero rincontrata. Nel frattempo, dovevano andare avanti e portare a termine la missione.
Fece come Raisa le aveva chiesto: congedò il suo demone, che sparì in una nube di fumo. Tossì e si voltò a guardare Amory.
"Eh, già!", esclamò, d'accordo con Raisa. "Ci piacerebbe sapere qualcosa su di te. Dopotutto, dobbiamo viaggiare insieme..." Poi si bloccò un attimo.
Serpenti di Fumo?! Questa poi! Certo che ce ne sono di creature strane al mondo!, pensò, ma evitò di dirlo ad alta voce.
Udì un verso lamentoso, e per un attimo si sentì arrossire. Era stato il suo stomaco.
"Be', spero che ci sia un bel posto dove mangiare nelle vicinanze: tutti i combattimenti di oggi mi hanno messo un po' di fame!"

Amory

Quando sentì lo stomaco di Crystal brontolare, come per reazione a catena, brontolò anche il suo...da quando era scappata dalla carovana non aveva messo niente sotto i denti.
Guardò le compagne e scoppiò a ridere. " Non si può certo dire che non siamo affamate, quindi propongo di andare a cercare qualcosa da mangiare perchè io nello zaino ho poco per tutte e tre. Sarò lieta durante il cammino di parlarvi della mia storia."
Amory raccontò del rapimento dei suoi genitori da bambina, della vita in quella fortezza maledetta fino al momento in cui era scappata e il suggerimento della madre di trovare la Sacerdotessa.
"E credo che con questo abbiamo finito...solo non capisco una cosa:Ariel, cosa voleva da me..." e detto questo si perse in alcune riflessioni interiori.
"Dunque ragazze, cosa abbiamo raccolto fino a adesso?"

Raisa

"A parte una vagonata di guai e un sacco di bruciature di drago?", ribatté Raisa, spingendo le doppie porte girevoli di una taverna. "Siamo riuscite ad arrivare vive fino a qui. Ariel e Athess continueranno a darci la caccia, cercando di batterci sul tempo nella ricerca della Prescelta... e continuando a cercare di farci fuori."
Stava per continuare, ma si interruppe.
All'interno del locale una mezza dozzina di Guardie le stava aspettando. Avevano corpi umani, mani squamose, e una gigantesca testa di serpente color grigio fumo che sporgeva dai colletti inamidati di ciascuna uniforme.

Crystal

Sbuffò sonoramente nel vedere quelle creature. "Ma non ci è concesso almeno un po' di riposo? Diamine, almeno non possiamo discutere civilmente mentre mangiamo qualche bel boccone..." Si interruppe non appena vide uno dei Serpenti di Fumo piantare con forza la sua lancia sul pavimento.
Crystal strinse i pugni. "Dannazione!"
"Il Sssignore della città ci ha ordinato di fermare chiunque entri nella taverna," disse un altro Serpente, facendosi avanti. Aveva una voce roca e sibilante. "Chi sssiete e che cossssa ci fate qui?"
Crystal inarcò il sopracciglio. Aveva creduto che quelle creature le avessero riconosciute subito come le Eroine mandata dalla Somma Sacerdotessa, ma a quanto pareva invece, quelli lì ancora non ne sapevano molto. "Secondo voi che cosa ci fanno tre ragazze in una taverna?", sbottò, piantandosi una mano sul fianco e fingendosi sicura di sé. "Io dico che speravano di mettere qualcosa sotto i denti..."
"Rissspondi ssseriamente, altrimenti attaccheremo!", urlò il Serpente. Poi si calmò un po' e riprese con voce più tranquilla. "Sssstiamo cercando qualcuno con indossssso una catenina particolare..." E scrutò con attenzione tutte e tre le ragazze, iniziando da Crystal, passando poi lo sguardo su Amory e infine si soffermò su Raisa...
Mi sa tanto che siamo nei guai..., pensò. E quando mai!

Amory

Alla vista dei serpenti ad Amory si strinse lo stomaco come in una morsa.
E no uffa ancora guai! Sono stufa... pensò con lo stomaco che stavolta le si strinse per la gran fame che aveva.
Sentì un brivido salirle dietro la schiena appena lo sguardo della creatura le si posò addosso.
"Nascondi quella catenina benedetta...Non credo che saremmo i grado di difenderci, nelle nostre misere condizioni, nel caso attaccassero" sussurrò a Raisa. Poi improvvisamente Amory non riuscì più a sopportare quegli sguardi malefici e si fece avanti: "Siamo orfane, signore. Siamo in cerca di un pò di riposo e qualcosa da mettere sotto i denti. Viaggiatrici, in cerca di un posto dove stabilizzarci, niente di più."
Poi si ritirò dietro le due amiche. Non penso che l'abbiano bevuta maledizione!!!

Raisa

Raisa ebbe abbastanza presenza di spirito da nascondere rapidamente la catenina sotto la cotta di maglia.
Mentre uno dei Serpenti parlava con Amory, un altro si rivolse alla giovane guerriera.
"Cossss' è quello?", sibilò.
"Il medaglione di mia nonna. Me l'ha dato un attimo prima di tirare le cuoia; sapete com'è, è prezioso, un cimelio di famiglia!"
Fra questa, e la balla colossale che ha cercato di rifilargli Amory, se non tentano di staccarci la testa dal collo all'istante questi sono veramente scemi..., pensò.
Il Serpente di Fumo socchiuse gli occhi.
"Va bene. Potete andare a sedervi."
"Sul serio?", si lasciò sfuggire Raisa.
"Ssssssì."
"Ah, ehm, va bene, grazie!"
Afferrò ciascuna delle due compagne per un gomito e le sospinse verso il tavolo più lontano dai due Serpenti.
"Ragazze, forse stavolta possiamo addirittura mangia..."
"Aspettate!", le richiamò indietro la Guardia. Teneva le zampe squamose piantate sui fianchi, sulla faccia recava un'espressione ancora sospettosa.
"Da dove avete detto che venite?"

Crystal

Nemmeno lei sapeva come fosse riuscita a trattenere tutte le imprecazioni che le erano appena venute in mente.
Si voltò a vedere il Serpente, sforzandosi di mantenere un aspetto calmo e rilassato. Quei mostri erano davvero molto stupidi, ma era meglio non destare troppi sospetti. "Ehm, veramente non l'abbiamo detto...", rispose con un sorriso forzato. "Veniamo di Leden. Sapete, è un viaggio molto lungo, e abbiamo... ehm... bisogno di riposo."
Il Serpente la guardò con aria assorta.
Crystal si accorse solo dopo qualche istante di star trattenendo il respiro.
"In effetti, sembrate davvero mal ridotte," disse lui.
Le porte della taverna si aprirono all'improvviso, e un altro Serpente raggiunse gli altri. "Il Sssignore vuole vederci tutti," annunciò ai compagni.
"Bene," gli rispose l'altro, poi si rivolse alle ragazze. "Ssssiamo ssspiacenti per il disssturbo. Adessssso dobbiamo andare."
E tutti i Serpenti di Fumo uscirono dalla taverna.
Crystal emise un sonoro sospiro. "Ah, meno male! Dei, quanto sono stupide quelle creature!", esclamò quando fu sicura che se ne fossero andati. Andò subito a sedersi al tavolo. "E finalmente si mangia!"

Amory
Lo stesso valeva per Amory: appena quei tipacci se ne furono andati emise un sospiro di sollievo che le tolse quel brutto peso dallo stomaco. Ringraziò silenziosamente Crystal per aver risposto lei....
Penso che sarei crollata sul serio se avessi dovuto inventare un' altra bugia al momento, maledetti curiosi!
Poi si sedette con le amiche e disse con un tono che sembrava un debole sussurro (La paura le aveva seccato a tal punto la lingua e la bocca che quasi non riuscì a parlare) : " Ragazze c'è mancato davvero un soffio maledizione!!! Mangiamo in fretta e andiamo via da questo posto il più in fretta possibile. Vi prego, non voglio fare altri brutti incontri. E poi io sono una frana nel dire bugie vi metterei solo nei guai e..."
Nel frattempo era arrivato il cibo e Amory non finì la frase perchè vi si buttò a capofitto. Mangiò come non mai e a un certo punto dovette anche bere una lunga sorsata d'acqua per mandar giù il groppo che gli si era formato in gola.

Raisa

Raisa si avventò sulla porzione di cibo che le spettava e ordinò subito il bis. Come ogni membro della tribù dei Vantar, godeva di un appetito equivalente a quello dell'animale totem protettivo che la contraddistingueva: vale a dire, nel suo caso, una robusta tigre.
Scolò un boccale d'acqua ghiacciata e si rilassò contro lo schienale, intrecciando le mani sul piano del tavolino.
"Bene, bene, ragazze! Volendo fare il riassunto della situazione... direi che, anche questa volta, l'abbiamo scampata per puro miracolo!" Ci pensò su. "Siamo state fortunate...pura e semplice fortuna, la nostra... eh, già, come no!" Ripensò al loro incontro/scontro con Ariel. Fece una smorfia e scrollò la testa, come per schiarirsi le idee. Di colpo, aveva una gran voglia di ubriacarsi di nuovo. "Stà a te, Crys! Qual è la prossima tappa? E quanto ancora credi che disti da noi la nostra Sacra Prescelta?"

Crystal

Come le altre due, si buttò a capofitto sulla sua porzione di cibo come se non mangiasse da una settimana intera.
Quando ebbe terminato, si accasciò contro lo schienale della propria sedia, soddisfatta.
"La nostra prossima tappa? Cavoli, non lo so... Aspetta che guardo, sono una frana in geografia!" Prese la sua mappa e la osservò per qualche istante con espressione concentrata. "Fuori da Endeth troveremo la Palude di Kootild. Bah, veramente uno schifo di posto..." Emise un sospiro rassegnato. "Per Shyris, invece, il villaggio dove si trova la Prescelta, manca ancora un bel po' di cammino.
"Credo proprio che ci vorrà ancora un bel po' di tempo prima di arrivare, purtroppo..."

Raisa

Terminato il pasto, si concessero una meritata notte di riposo. Raisa prese in considerazione l'idea di sbronzarsi di nuovo (i momenti di pausa, quelli privi di combattimenti, minacce di morte e altri eventuali pericoli letali, erano per lei fonte di turbamento estremo, in quanto le davano la possibilità di rimuginare e meditare troppo...) ma alla fine, lanciando un'occhiata pensierosa alle sue compagne, decise di evitare.
Non si poteva mai prevedere cosa sarebbe potuto accadere, e le amiche avrebbero potuto aver bisogno di lei.
E in effetti, aveva chiuso gli occhi da forse una, due ore, quando udì un forte rumore provenire dal piano inferiore della locanda in cui alloggiavano.
Raisa si vestì in fretta, estrasse una scimitarra e si sporse oltre la balaustra affacciata sul pianterreno.
"Eccone una! Conoscete gli ordini del nostro Signore: sono le Eroine del Santuario, prendiamole!", sibilò un Serpente di Fumo dai denti scheggiati.
I due compari della creatura si lanciarono subito verso le scale.
"Oh-oh!", pensò Raisa.